martedì 26 febbraio 2013

Dopo il risultato elettorale



Dopo il risultato (abbastanza scontato per l’ingovernabilità) di queste elezioni emergono alcune cose.

Intanto che i sondaggi fanno malissimo ai nuovi partiti, infatti Rivoluzione Civile ha pagato il prezzo del “voto utile”. Sapendo che il Senato era un traguardo impossibile e che B. rischiava di vincere, tanti hanno scelto di votare il Pd o Grillo per non fare vincere il Pdl. Poi ovviamente paga anche il prezzo di un paese così "onesto" da non volere un magistrato al governo.
Inoltre, nelle ultime 2/3 settimane di campagna elettorale, Ingroia è stato veramente poco incisivo, poco presente ovunque, sia in tv che sul web. Anche su Facebook si vedevano tante persone con il marchio del M5S, ma sempre meno con quello di Rivoluzione Civile. Sicuramente in tv è stato molto lasciato fuori, ma anche i giornali (persino Il Fatto Quotidiano che lo ha tanto appoggiato per la trattativa Stato-mafia) lo hanno messo sempre in 2° piano, parlando molto poco del suo programma. Inoltre Ingroia non è certo un trascinatore, con la sua flemma…bisogna conoscerlo, sapere che dietro al sua calma vi è un uomo coraggioso e che sa tirar fuori le unghie. Questo non è passato, peccato.

Grillo invece ha avuto un grande successo, ha raccolto parte dei voti non andati a Rivoluzione Civile ed ha preso i voti di tanti giovani e delusi dalla politica. Un ottimo risultato che servirà a mandare in parlamento persone nuove ed incensurate che  potranno controllare i parlamentari, dare del filo da torcere nelle decisioni contro gli interessi dei cittadini. Potranno fare un po’ di pulizia della vecchia guardia, potranno aiutare a prendere decisioni per il bene del paese.

Per quanto riguarda la vittoria di B., perché di questo purtroppo si tratta, non mi meraviglio. In un paese con un così alto tasso di ignoranza, di poca voglia a informarsi, ma anche di criminalità ed evasione a tutti i livelli, è ovvio che un personaggio del genere venga votato per appoggiare i propri loschi interessi. Oppure venga votato dalle persone anziane e/o poco informate che credono alle sue promesse soprattutto dopo aver avuto un governo tecnico che ci ha mandato ancora più in miseria di quello che eravamo un anno fa. Con il voto abbiamo fatto esattamente il suo gioco, quelli informati lo conoscono bene: ritirarsi dal PdC, lasciare salire Monti a fare il lavoro sporco, poi presentarsi nuovamente come il salvatore della patria. E così è avvenuto. Grazie anche a giornali e televisioni che hanno sempre messo in risalto tutte le sue parole. Anche il Fatto Q., nonostante le giuste critiche, lo ha fatto sbattendolo sempre in primo piano. Pubblicità anche quella, il detto era: “parlatene bene, parlatene male, basta che ne parliate”.
Amen…

Pubblicato, solo in parte, sul Fatto Quotidiano del 27/02/13

lunedì 25 febbraio 2013

1522, il numero antiviolenza donna che può salvare una vita



1522. Questo numero è da divulgare e da tenere in mente. E’ il numero antiviolenza donne, un numero poco conosciuto.
Ieri sera quello che per me è il miglior giornalista d’inchiesta, Riccardo Iacona, ha fatto una bellissima puntata di Presadiretta dedicata a quello che ultimamente viene definito con l’orrendo termine “femminicidio”, che lui, con intelligenza, non ha usato.


E’ incredibile come quelle situazioni si ripetano ciclicamente e come tante donne, immobilizzate dalla paura, non denuncino le violenze e credano che il loro uomo non arriverà mai ad ucciderle. Sopportano i soprusi, gli urli, la paura, i maltrattamenti in silenzio o, spesso, scusando il loro aguzzino, proteggendolo persino. Ed a questa si aggiunge, soprattutto nel meridione, la vigliaccheria della famiglia che, per il “disonore” non prende atto delle violenze, nasconde la testa nella sabbia o fa finta di nulla, incitando la donna a rimanere con il marito geloso e violento. Fino all’irreparabile.
Queste donne si trovano così sole, disperate, con tutti contro e non denunciano, non si allontanano e finiscono per subire per anni o finiscono ammazzate. 

Ed il nostro “civile” paese, governato da gente che fa solo i propri interessi o indifferente al problema (anche perché in gran parte i politici sono maschi), toglie i finanziamenti alle già poche strutture presenti per aiutare queste donne. E questo a tutti i livelli, statale, regionale, provinciale e comunale. Facendo così che queste strutture, piene di donne preparate, spesso volontarie e volonterose, sono costrette ad autofinanziarsi o a chiudere gli alloggi dove ospitare le donne ed i loro figli in sicurezza. Ad eccezione, come sempre, della provincia autonoma di Bolzano, dove le strutture funzionano molto bene, con serietà e soprattutto finanziate dalla provincia.

Questo è l’ennesimo scandalo del nostro paese che, oltre a dimostrare con tutte le donne uccise nel 2012 (con una media di una ogni 3 giorni) quanti uomini ignoranti, gelosi e violenti vi sono, dimostra una volta in più il livello di inciviltà e degrado che sta raggiungendo.

Qui vi è l’elenco dei centri antiviolenza donne in Italia.

1522, fate girare questo numero, una telefonata può salvare una donna o una famiglia.


mercoledì 20 febbraio 2013

Il boom di Grillo e del Movimento 5 Stelle


Secondo me nessuno si aspetta realmente la quantità di voti che prenderà il Movimento 5 Stelle, nemmeno Grillo.

Un voto che ogni giorno prende sempre più significato per contrastare in parlamento i buffoni che tutti i giorni ci propinano le loro balle, a partire da B. con la restituzione dell’Imu, ad arrivare alle promesse di abbassamento delle imposte di Monti, dopo averle alzate quando era al Governo.
Non so cosa riuscirà a fare Grillo, o meglio i ragazzi del Movimento, se entreranno pesantemente in parlamento, sicuramente non tutto ciò che promettono, è impossibile, però quello che si dà a Grillo è un voto contro la politica, è un voto per un parlamento pulito, contro lo sperpero, i furti, la corruzione di chi ci ha governato soprattutto negli ultimi 20 anni. Una situazione che peggiora di giorno in giorno, un arraffare fin che si può tutto ciò che si può prima del fallimento del paese che, proseguendo su questa strada, potrà solo avvenire senza ritorno. 

Il voto a Grillo è la speranza di persone nuove, incensurate, pulite pur se impreparate, ma che possano fare i cani da guardia per noi cittadini sul sistema e possano lottare per fermare le decisioni sbagliate, inutili. Che possano contrastare le decisioni di potere, quelle che fanno gli interessi della mafia, delle grandi aziende corruttrici e che vanno contro l’interesse dei cittadini e del paese.
Il voto a Grillo è, insieme a quello per Rivoluzione Civile, la vera novità, senza votare di nuovo chi in questa situazione ci ha messo, ha perso ogni credibilità e  deve andare a  casa una volta per tutte. Aggiungo che, se ci fosse una giustizia degna di questo nome, dovrebbero anche pagare i danni fatti, ma è chiedere troppo, mi accontenterei di non vederli più.


lunedì 18 febbraio 2013

Il mio ricordo su Falcone e Borsellino per Il Fatto Quotidiano

Purtoppo la cosa che ricordo meglio di Falcone e Borsellino sono le notizie della loro morte. Si veniva già dall’uccisione di Scopelliti dove Falcone aveva intuito che il prossimo sarebbe stato lui. In un certo senso, è brutto dirlo, era una notizia attesa, come lo sarebbe stata quella della morte di Borsellino, anche se non credevo così vicina a quella di Falcone. Vanno poi ricordate anche le morti delle persone delle scorte, che vengono sempre dimenticate, persone in carne ed ossa con delle famiglie, dei figli ed è giusto riconoscere anche a loro il coraggio e la scelta, pur se di lavoro, di rimanere vicino ai due stimati magistrati sapendo, probabilmente, di condividerne la morte.

Davanti a stragi ben congegnate come la mafia usava fare in quei terribili anni, le scorte servivano a ben poco.

Di Borsellino ricordo l’ultima intervista, il suo definirsi un morto che cammina, un condannato a morte. Purtroppo aveva ragione, sono passati pochi giorni ed è arrivata la strage che lo ha ucciso. Quella strage che lascia ancora adesso, dopo 20 anni, tanti interrogativi. Il primo sicuramente riguarda la scomparsa della sua agenda rossa dove scriveva i suoi appunti sulle inchieste in corso e che portava sempre con sé. Rubata nel momento dell’attentato, nasconde sicuramente il segreto per il quale negli ultimi giorni Borsellino era così sconvolto da confessare di sentirsi tradito.

Falcone e Borsellino hanno rappresentato la magistratura seria, l’onore, lo Stato, o almeno quello che lo Stato dovrebbe essere, visto lo scandalo della trattativa tra Stato e mafia di cui si è venuti a conoscenza molti anni dopo, argomento di cui solo i giornali ed i giornalisti liberi da legami politici hanno scritto e parlato in termini onesti.

Quello stesso Stato che ha dato loro la meritata Medaglia d’oro al valor civile, trattava con la mafia per fermarli. Quello stesso Stato che trattava con la mafia per far fermare gli attentati ed intanto lasciava uccidere i magistrati che lo rappresentavano nella lotta contro la mafia stessa. Quello stesso Stato che, per non far uccidere dei politici minacciati, si piegava al ricatto della mafia e cedeva alle richieste di quest’ultima.

Falcone e Borsellino hanno rappresentato, e rappresentano tutt’ora, la migliore parte dell’Italia, quella pulita, seria ed onesta.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/02/17/hanno-rappresentato-quello-che-stato-dovrebbe-essere/503513/

martedì 12 febbraio 2013

Tasse e ritasse sui risparmi dei lavoratori



Ad inizio anno le banche hanno prelevato l’imposta di bollo che, da quest’anno con effetto retroattivo dal 2012, viene applicata anche ai conti di deposito nella misura del 0,10% con un minimo di € 34,20 ed un massimo di € 1200,00 per il 2012 e del 0,15% senza tetto per il 2013. Così una persona che abbia qualche sudato risparmio da lavoro si trova a pagare sia sul conto corrente, sia sull’eventuale conto deposito imposte già ampiamente pagate, se onesto, con l’Irpef, l’addizionale regionale (aumentata pure questa di 0,33% nell’aliquota base dal 2012), sull’addizionale comunale (liberata dal blocco di aumento imposto fino al 2011), senza parlare delle varie imposte che si vanno già a pagare ogni cosa che si fa (iva, bolli, utenze, ecc.). E’ vergognoso questo sistema di tassare e ritassare risparmi che già hanno subito alla fonte tagli esosi. Ed intanto gli evasori, oltre a non aver versato un centesimo di imposte, portano il nero all’estero risparmiando pure le tasse sui depositi bancari.
Ecco un riepilogo di ciò che accadrà a partire da gennaio 2013 sui conti correnti e di deposito:
  • su conti deposito, polizze e conti titoli si pagherà lo 0,15% della somma depositata. L’imposta di bollo minima sarà di 34,20 euro e verrà rimosso il massimo di 1.200 euro;
  • su conti correnti bancari, postali e su libretti postali si pagherà imposta fissa di 34,20 euro per le giacenze medie annue superiori a 5.000 euro;
  • su buoni postali dematerializzati si pagherà lo 0,15% dei buoni con la stessa intestazione, purché superiori ai 5.000 euro e, in ogni caso, l’imposta minima sarà di 34,20 euro;
  • su buoni postali cartacei si pagherà lo 0,15%, con imposta minima di 1,81 euro per buono e senza esenzione per gli importi minori di 5.000 euro.
Pubblicato in parte sul Fatto Quotidiano del 13/02/13 (per errore loro, a firma anche di un'altra persona!!! E naturalmente, alle mie lamentele, se ne guardano bene dal scusarsi!)

mercoledì 6 febbraio 2013

A teatro con Travaglio - "E' Stato la mafia"



Il 4 e il 5 febbraio ha debuttato a Bologna il nuovo spettacolo “E’ Stato la mafia” di Marco Travaglio, edito da Promomusic, con la partecipazione di Isabella Ferrari e le musiche suggestive di Valentino Corvino.
Ovviamente non potevo mancare di andarlo a vedere e scrivo la mia impressione.
Un palco semplicissimo:due poltrone, un cavalletto dove si alternano le foto dei personaggi (Pertini, Pasolini, Gaber, Flaiano e Calamandrei) di cui la Ferrari leggerà le grandi citazioni, un tavolo per il musicista, un’unica luce ad illuminare chi parla.

Nella prima parte, alternandosi con le magistrali letture della Ferrari che fanno rivivere i veri italiani del passato, Marco ricorda, con l’ironia che lo contraddistingue, i candidati alle imminenti elezioni che hanno pendenze con la giustizia ed i reati di cui si sono macchiati. Una linea guida per votare informati. Dopo le elezioni parlerà invece degli eletti o eleggibili.
Dopo di che si entra nel difficile argomento che dà il titolo allo spettacolo:  la trattativa Stato-mafia,  un argomento importante, serio e pesante da trattare. Ma Travaglio lo fa con le sue splendidi doti oratorie riuscendo a tenere attenti all’ascolto per quasi tre ore l’intero teatro, che sta in assoluto silenzio per non perdere nessuna preziosa parola.

Marco ripercorre gli ultimi 20 anni ripetendo, con precisione e accuratezza, i punti salienti che hanno portato alla conoscenza di una vergognosa trattativa avvenuta tra lo Stato e la Mafia. Il primo, sotto ricatto della seconda, avrebbe ceduto in quasi tutti i punti del famoso papello di Riina, per far cessare le stragi che hanno insanguinato l’Italia negli anni 90, comprese le morti di Falcone e Borsellino che avevano intuito come lo Stato non fosse dalla loro parte ma, anzi, li considerasse scomodi perchè stavano arrivando troppo velocemente alla verità.

Travaglio arriva così all’estate del 2012, quando scoppia lo scandalo di alcune intercettazioni tra l’ex onorevole Mancino ed il Capo dello Stato Napolitano, telefonate i cui contenuti, secondo quest'ultimo, devono rimanere sconosciuti e, addirittura, distrutti. Si scatena così, da parte dei giornali e delle televisioni, una guerra contro i magistrati di Palermo, colpevoli di avere, secondo loro, compromesso l’onore della più alta carica dello Stato con accuse infamanti. E Napolitano ricorrerà alla Consulta  sollevando un conflitto di attribuzione.
Il Fatto Quotidiano raccoglierà ben 150000 firme in pieno agosto, in appoggio ai magistrati, di cittadini indignati dal comportamento poco limpido del Capo dello Stato.
Tutto inutile, la Consulta darà ragione a Napolitano, con una sentenza scontata e dalle motivazioni discutibili, e ordinerà di distruggere le intercettazioni.

Ascoltare Travaglio parlare di questo trattativa in modo chiaro, preciso e attendibile (sono tutti fatti ben documentati) è importante per capire un pezzo disonorevole della storia del nostro paese che, ascoltando telegiornali o leggendo giornali di parte, rimane sconosciuta o addirittura viene capovolta. In questo può dare un grande aiuto leggere l’unico giornale che non prende nessun finanziamento pubblico e dove i giornalisti possono scrivere in assoluta libertà: Il Fatto Quotidiano.

Accompagnano il tutto le suggestive musiche di Corvino, particolari e molto belle.

In definitiva uno spettacolo da non perdere, un Travaglio straordinario che dimostra sempre di essere un giornalista libero, coraggioso e serio. 

Varie saranno le tappe che Marco farà in giro per l'Italia (Trieste 6/2-Pescara 8/2-Roma 9/2-Taneto di G.(RE) 22/2-Torino 23-24/2-Firenze 26/2-Genova 27-28/2-Bergamo 1/3-Varese 2/3-Forlì 9/3-Padova 10/3-Milano 15-16/3-Modena 22/3), Pordenone 12/04, Pietra Roselle (GR), 27/07 e altre ne verranno programmate anche al sud.



martedì 5 febbraio 2013

L'aumento dei francobolli: l'ennesima beffa



Le Poste Italiane hanno deciso che dal 1° gennaio 2013 la normale corrispondenza, quella detta “prioritaria” (che arriva più tardi della vecchia “normale”), costerà 70 centesimi invece dei vecchi 60, con un aumento del 16,6%.
Ma al di là di questo aumento esagerato, siamo a febbraio ed ancora non si trovano i francobolli col nuovo prezzo e nemmeno quelli di 10 centesimi ad integrazione dei vecchi. Con il risultato che si rischia di far prendere una  multa al destinatario se si spedisce con il vecchio francobollo o bisogna farsi delle file apocalittiche alle poste per farsi timbrare la busta.
Ma possibile che in questo paese anche una cosa semplice come questa debba diventare un problema insormontabile per chi li deve stampare? Ma possibile che non si sia pensato, prima che andasse in vigore l’aumento, a organizzare il tutto??
Oltre il danno la beffa, come sempre quando il nostro Stato prende una decisione (a danno dei cittadini, naturalmente).